Ad Calem, Cagli - Cagli
DESCRIZIONE

La stazione di Ad Calem viene ricordata sia come mutatio, sia come vicus e, assieme al nome antico, ha avuto continuità nella città di Cagli, situata su una altura tra i resti antichi del Ponte Taverna e il monumentale Ponte Manlio.

Questo abitato romano assume particolare significato se si considera il sito in cui è ubicato, ossia nel punto di incontro tra i torrenti Bosso e Burano. Non si tratta solo di un luogo di sosta lungo la Flaminia, ma costituisce anche l’erede di un centro frequentato da epoca preistorica specie in relazione alla pratica della transumanza dalla costa verso l’Appennino. Anche sulla base dei toponimi medievali e posteriori (Calli, Callis, Cali, Cales, Galles, Chales) è stato possibile di recente sostenere che il nome Cagli derivi da callis, ‘calle’ in una forma plurale, ‘i tratturi’.

Si tratta senza dubbio di un interessante toponimo risalente almeno all’età romana, che attesta nel territorio la pratica dell’allevamento del bestiame su larga scala e della transumanza, documentata per il II-I secolo a.C. e derivata dall’analoga pratica assai diffusa in età precedente presso comunità italiche sull’Adriatico. L’antico toponimo ci fornisce pertanto una ulteriore prova dell’antichità di frequentazione della vallata del Metauro e suoi affluenti fino ai monti dell’Appennino, peraltro attestata dalla documentazione archeologica rinvenuta in vari siti e periodi. La continuità di utilizzazione, fin dalla preistoria, del percorso che va dalla costa al valico più favorevole verso la vallata del Tevere e affluenti costituisce un antefatto di importanza decisiva nel momento in cui fu strutturata la più antica via per propiziare nel III secolo a.C. la penetrazione romana verso l’Adriatico e la pianura Padana.

La Flaminia, giunta a Cagli, passa sulla sponda sinistra del Burano attraverso il Ponte Taverna (interessante toponimo, simile a quello di Tavernelle), che presenta resti di strutture medievali, in sovrapposizione ad alcune più antiche. Alle porte della città il percorso della via è stato abbandonato dalla strada moderna; la Flaminia scende sulla riva del Burano fino al punto di più favorevole attraversamento, con la statio (Ad Calem)nei pressi del colle dove sorgeva l’abitato romano (Cale Vicus). Poco a nord di Cagli la strada consolare supera il torrente Bosso (che ora ha in parte mutato corso) con il monumentale Ponte Manlio.

Lasciato quest’ultimo, la via romana e la moderna proseguono per gran parte con lo stesso tracciato fino alla stazione successiva (Ad Intercisa), correndo per nove miglia sulla sinistra del fiume e seguendo un percorso con lunghi tratti rettilinei. In connessione o nelle immediate vicinanze della strada statale sono conservati resti di strutture murarie di epoca romana, che attestano ancora una volta la continuità d’uso di significativi tratti di questo asse viario attraverso i secoli. Lungo il percorso è documentata la presenza di vari ponti, in corrispondenza di piccoli corsi d’acqua; alcuni risultano crollati (a est di Cagli, di Falconara, a Smirra, ad Acqualagna sul Candigliano e in località Casella), altri sono esistenti ancora (tra Smirra e Acqualagna) e talvolta in uso nella moderna strada, ad esempio quello della Peperia, in gran parte interrato.

 

Autore: Mario Luni

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